martedì 27 maggio 2008

La grande marcia su Washington (28 agosto 1963)


Il mattino del 28 agosto 1963 duecentocinquantamila persone confluirono a Washington da tutte le parti del Paese. Passarono attraverso le strade cantando: "Black and white together". Secondo le stime ufficiali, tra i dimostranti c’erano ottantacinquemila bianchi. Il presidente Kennedy stava cercando di far approvare la legge sui diritti civili e aveva sconsigliato di organizzare la grande marcia, poiché temeva che suonasse come un ricatto nei confronti dei delegati. King ribadì: "Di tutte le campagne alle quali io abbia partecipato è sempre stato detto che capitavano al momento sbagliato". Tuttavia i dirigenti neri fecero di tutto per assicurare che la marcia risultasse una manifestazione pacifica. Duemila poliziotti neri di New York si erano offerti come volontari per il servizio di sicurezza. Joan Baez cantò l’inno del Movimento "We shall overcome" e milioni di telespettatori assistettero al corteo, che era lungo chilometri. Un gruppetto esiguo di nazisti statunitensi si fece notare ai margini della manifestazione. I dirigenti neri lessero le loro rivendicazioni, che avrebbero poi sottoposto al Presidente, alla Casa bianca, a conclusione del raduno: leggi efficaci per i diritti civili, finanziamenti federali per i programmi di integrazione, abolizione della segregazione in tutte le scuole pubbliche entro la fine del 1963, riduzione del numero dei delegati alla Casa dei rappresentanti per tutti gli Stati che limitavano il diritto al voto dei neri, richiesta di un’edilizia popolare pubblica, iniziative federali contro la sottoccupazione e l’abolizione di posti di lavoro, aumento del minimo salariale. King fu l’ultimo a parlare e pronunciò il famoso discorso ricordato con la sua affermazione "I have a dream". Disse: Io ho un sogno: che un giorno sulle colline rosse della Georgia i figli degli schiavi e i figli degli schiavisti di un tempo possano sedere assieme al tavolo della fratellanza. Io ho un sogno: che un giorno persino lo Stato del Mississippi, uno Stato che sta languendo nella foga dell’ingiustizia e dell’oppressione, si trasformi in un’oasi di libertà e giustizia. Io ho un sogno: che un giorno i miei quattro figli potranno vivere in una nazione che non li giudicherà per il colore della loro pelle, ma per il loro carattere. Io ho un sogno." La folla lo seguiva esclamando "Amen" e "Lodato sia il Signore" e lo interrompeva continuamente con applausi scroscianti. Durante la manifestazione non si verificarono incidenti.

Nessun commento: